Dopo un breve trasferimento in Langa il Gruppo Canale staziona in frazione Sanche di Vezza d’Alba.
La tragica fatalità incombe a Canale il 6 agosto 1944. Baldassare Raimondo, “Cinin”, ce ne fornisce una parziale testimonianza.
«Arriva la domenica. In mattinata a Sanche arrivano tre partigiani: uno sarebbe Franco (Franco Casetta, Vice Brigadiere delle Guardie di Finanza, ndr) […], il “Capitano Deli” (Gianni Alessandria, comandante di Brigata Div. GL 7°, ndr) e uno Chiamato Mancuso (Mancuso Piero, 10° Div GL, comandante di ST, ndr). Offro loro da mangiare […]. Nel pomeriggio, sistemata la cucina, mi preparo lo zainetto, per portare a casa un po’ di roba da lavare a mia mamma; sapendo che c’era la macchina che doveva venire a Canale ne approfittavo. Ma il Mancuso mi dice che vorrebbe andare lui, io potrò andare domani. Partono in 5 con la Balilla: c’erano Barbero Beppe, Faccenda Nino, Franco Casetta, “Capitano Deli” e Mancuso. Son partiti verso le 3 o le 4 e dovevano recarsi presso Nino Toso in via Torino a Canale per discutere di affari di gruppi”. “Destino ha voluto: come scendono dalla macchina arriva dietro loro una pattuglia di fascisti proveniente da Alba; avviene una sparatoria e, sentendo voci e testimoni, cade il “Capitano Deli”, cade il Casetta, prendono Mancuso prigioniero»
Nello scontro a fuoco a Canale sono coinvolti:
- Gianni Alessandria, Capitano degli Alpini, reduce dalla Campagna di Russia, nel giugno 1944 assume il comando della 7a Banda GL, unica che opera in Langa. Le altre GL continuano a lottare in montagna.
La Banda di Alessandria “Deli” in quei giorni sta valutando di trasferirsi nel Roero. GL gode di alcuni sostenitori residenti in Canale, Antonio Ferrero in primis. Fervono i contatti ai massimi livelli tra Giustizia e Libertà e gli Autonomi del Comandante Mauri. L’intenzione è di unificare le due formazioni. - Piero Mancuso uno dei vicecomandanti della 7a GL. Presenza storica nella Banda. Guardiamarina, non ritorna a Roma, combatte in Langa. Impiccato dai tedeschi a Carignano il 7 settembre 1944, insieme a Leonardo Cocito e Marco Lamberti .
- Franco Casetta, forse doveva prendere il comando del “Gruppo Canale”.
Ha lasciato, tra gli indumenti, un testamento spirituale (leggi file PDF)
Il piccolo piazzale a lui dedicato e la lapide esaltano l’anima di questo luogo.
A differenza di molti altri ancora ci può parlare. Ascoltarlo non è semplice, così come lasciare il campo all’immaginazione tra le auto che rallentano alla minuscola rotonda.
Siamo a San Rocco, con i suoi cortili contadini anche sedi di botteghe e manifatture.
Un miglior contatto con la memoria può avvenire, il luogo mantiene le fratture del tempo perché costruzioni e materiali, portoni e cornicioni, non hanno lasciato il passo alla necessità di appiattire, esibire funzionalità e praticità nella manutenzione, che spesso spoglia di personalità gli ambienti.