La cosiddetta “dorsale delle Rocche” solca il territorio a partire da Cisterna d’Asti, in direzione sud – ovest, sino a Pocapaglia (loc. America dei Boschi).
Bruschi strapiombi sabbiosi, torrioni e calanchi che si aprono verso la zona collinare; strette lingue di terra che si allungano nello spazio vuoto. Formazione di circa 250.000 anni fa, sono il frutto dell’erosione torrentizia dovuta al cambiamento di percorso del fiume Tanaro.
L’erosione ha permesso di portare alla luce la stratigrafia delle terre dei fondali dell’ultimo mare che cronologicamente ha occupato la zona: il Bacino Pliocenico astigiano (5 milioni di anni).
Appena sotto la superficie ghiaiosa del
- “Complesso Villafranchiano” di origine fluviale, che avvolge l’intero Roero, si possono ammirare
- le giallo rossastre “Sabbie di Asti”, materia costitutiva delle Rocche, friabile, in perenne disfacimento, sorretta da una base argillosa, denominata
- “Argille di Lugagnano”. Il mare caldo del Pliocene aveva fondali bassi ricchi di molluschi, ora fossili calcarei sedimentati che appaiono in quantità e bellezza.
Gli strapiombi, che sfiorano i 200 metri, permettono la coesistenza, in un raggio di poche decine di metri, di habitat diversificati.
Nella fascia superiore, più esposta, testimoni del clima alpino dell’ultima glaciazione, ecco
- i pini silvestri a cui si associano roverella, ginepro, ligustro, calluna;
- qualche raro nucleo di faggio, nelle aree più in ombra.
Appena più in basso, lungo le pareti di sabbia, verticali e aride, è un intercalarsi, a seconda di esposizione e microclima, di specie botaniche montane e mediterranee (saponaria, ginestra e fico d’india nano).
Scendendo verso la fascia inferiore compaiono
- farnie, acacie invasive e castagni; alcuni tra questi (cfr. percorso n°2), esemplari centenari, producono la settembrina Castagna della Madonna.
- Il sottobosco, quando non è invaso dai rovi, regala viole, primule, pervinche, fragole selvatiche e germogli primaverili di luppolo.
Ancora più in basso l’ambiente umido permette la presenza di olmi, carpini e noccioli, spesso avvolti da edera e vitalba.
Sino ad arrivare al piano basale, palustre, che ospita
- stagni perenni anche nelle estati più calde, con canneti, immancabili salici e ontani, alla cui base prosperano le “foreste” di equiseto e farfaraccio.
- Qui la fauna, tipica del sottobosco, viene arricchita dal passaggio degli
- uccelli migratori che, a partire dal 1985, trovano condizioni ideali per la sosta grazie all’istituzione dei Biotopi all’interno dell’Oasi di San Nicolao. Il territorio, compreso tra i Comuni di Canale, Cisterna d’Asti e Montà, viene preservato dall’Associazione “Canale Ecologia” ed Euronature.