Cisterna d’Asti, paese situato fra l’Astigiano e l’Albese, per la sua conformazione territoriale e la sua fortezza medioevale, si rivela un rifugio ideale per i partigiani.
Si trovano infatti le postazioni della 6a Divisione Alpina Asti comandate dal tenente colonnello Giovanni Battista Toselli detto “Otello” composta da tre brigate:
- la 21a Brigata San Damiano guidata da Dino Tartaglino e dal capitano Francesco Bellero detto “il Gris” con postazioni in paese, ma soprattutto in Lemonte e a Verzeglio;
- la 22a Brigata Alba, comandata inizialmente dal sottotenente Carmelo Carbonara “Gino” e successivamente dal sottotenente Mario Gatto, con sede nella borgata di Ronchesio;
- la 23a Brigata Canale comandata dal brigadiere Francesco Cordero “Ceka” ha un avamposto a Cisterna in zona Lame.
Inoltre
- un distaccamento della Brigata Matteotti “Renzo Cattaneo” guidata dal comandante Luigi Cattaneo “Gino”, che ha la sua base operativa alla Gherba, si trova a Mommiano e a Bricco Scaglia;
- un nucleo di venti uomini della Brigata GL “Tamietti” è presente sulla dorsale della Valle Botassa.
L’intensa attività dei partigiani è destinata ad attirare rappresaglie da parte dei nazifascisti. Tra l’agosto e il dicembre del 1944, Cisterna è teatro di azioni repressive, ma la rigidità di quell’inverno scoraggia le forze nemiche.
Rapporti del contro spionaggio confermano programmi per portare un attacco all’ultimo sangue e distruggere la loro roccaforte, non appena sparita la neve.