Sosta n. 4 – Ceresole d’Alba

Lapidi di

  • Gianfermo Burzio,
  • Vincenzo Molina,
  • Giovanni Novarino,
  • Michele Dassano,
  • Ruggero Degno,
  • Gregorio Ferrero,
  • Tommaso Marocco,
  • Florindo Pettinati,
  • Giovanni Trinchero

Da San Bernardo ritornare indietro sulla strada principale e al bivio che immette sulla SP 29 svoltare a destra.
Alla rotonda svoltare a destra sulla SP 10 direzione Racconigi-Carmagnola-Sommariva del Bosco fino a Ceresole d’Alba.
Entrare in paese e parcheggiare in piazza Vittorio Emanuele davanti alla chiesa dei Disciplinanti di San Bernardino.
Le lapidi si trovano in via Martiri di Ceresole, la strada che prosegue da via Bonissani che immette in paese, ai numeri 7 e 85.

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Sosta a Ceresole

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Sosta a Ceresole 44.800000, 7.818020 Lapidi di Gianfermo Burzio, Vincenzo Molina, Giovanni Novarino, Michele Dassano, Ruggero Degno, Gregorio Ferrero, Tommaso Marocco, Florindo Pettinati, Giovanni Trinchero Dopo la sosta a San Bernardo ritornare indietro sulla strada principale e al bivio che immette sulla SP 29 svoltare a destra. Alla rotonda mantenere la destra sulla SP 10 direzione Racconigi-Carmagnola-Sommariva del Bosco fino a Ceresole d\'Alba. Entrare in paese e parcheggiare in piazza Vittorio Emanuele davanti alla chiesa dei Disciplinanti di San Bernerdino. Le lapidi si trovano in via Martiri di Ceresole, la strada che prosegue da via Bonissani che immette in paese, ai numeri 7 e 85 (leggi articoli...) (Indicazioni stradali)

Rastrellamento

Nella notte tra il 21 e 22 luglio 1944 350 tedeschi, accompagnati da una ventina di repubblichini provenienti da Scalenghe e Pinerolo, marciano su Ceresole. Le formazioni divise in due gruppi si muovono e operano autonomamente per poi riunirsi in località Maghini all’alba di sabato 22. I tedeschi fermano: Giovanni Novarino (46 anni), il proprietario della cascina Novarino in via S. Antonio. Florindo Pettinati (42 anni), torinese sfollato con un figlio partigiano, Mario “Walter” giunto nel borgo alla ricerca di armi. Ruggero Degno … Continua a leggere

Una condanna esemplare

Alle 8,30 i tedeschi, dopo i saccheggi nella cascine, radunano i fermati. Un processo burla, pochi minuti, condannati a morte. Tutti accusati di essere “banditi”. L’esecuzione è prevista a Carmagnola. Percorso un chilometro, i tedeschi ordinano il dietrofront: occorre atterrire la popolazione civile nella speranza di fare terra bruciata intorno alle formazioni partigiane: i ceresolesi devono morire a Ceresole. «Carri armati, autoblinde e soldati SS occupano letteralmente la via principale. Vedo i miei giovani col viso tumefatto, occhi pieni di sangue, … Continua a leggere

L’esecuzione crudele

Giovanni Trinchero, Florindo Pettinati e Ruggero Degno sono impiccati a un balcone dell’albergo Campana. Ruggero non non muore subito, si dimena disperatamente. Un milite corpulento si aggrappa a lui finché il corpo non si muove più. Poi si allontana soddisfatto, ridendo e fumando con indifferenza. Di lì a poco sono impiccati a un altro balcone dell’albergo Tommaso Marocco, Gregorio Ferrero e Michele Dassano. Passano alcuni minuti e al balcone di casa Croce, un’abitazione privata che sorge a cento metri di … Continua a leggere