Nella notte tra il 21 e 22 luglio 1944 350 tedeschi, accompagnati da una ventina di repubblichini provenienti da Scalenghe e Pinerolo, marciano su Ceresole.
Le formazioni divise in due gruppi si muovono e operano autonomamente per poi riunirsi in località Maghini all’alba di sabato 22.
I tedeschi fermano:
- Giovanni Novarino (46 anni), il proprietario della cascina Novarino in via S. Antonio.
- Florindo Pettinati (42 anni), torinese sfollato con un figlio partigiano, Mario “Walter” giunto nel borgo alla ricerca di armi.
Ruggero Degno mentre tenta di nascondersi presso il rio Riccardo. Entrato nella 12a Divisione Bra la settimana prima. - Giovanni Trinchero (cl. 1916), sorpreso in casa mentre sta per andare a messa
- Bartolome Gioda, di anni 17, poi rilasciato in località Alfiere.
- un gruppo di sei giovani, in regione Tagliata. Nel tentativo di evitare il rastrellamento, hanno trascorso la notte sotto un gelso.
«Con i moschetti spianati circondano l’albero e intimano la resa. Si tratta di un piccolo gruppo di sei […] giovani addormentati, che non hanno risposto alla chiamata repubblicana alle armi e per sfuggire ai continui rastrellamenti si sono portati a dormire in campagna, in prossimità dei boschi. Essi sono: Vincenzo Molina (classe 1920), Giuseppe Lusso (classe 1920), Michele Dassano (classe 1922), Gianfermo Burzio (classe 1924), Gregorio Ferrero (classe 1924), Tommaso Marocco (classe1925). Vengono percossi a sangue e perquisiti: non hanno armi, non possiedono documenti compromettenti. Tra guanciate che fanno loro deformare il volto, pugni nei fianchi e calci, vengono spinti fino ai Maghini».
(Della Rocca, 2009, pp. 95-96)