La sera del 24 agosto 1944 squadre repubblichine si dirigono verso San Bernardo di Monteu Roero dopo aver perquisito e razziato alcune case e la canonica di Ceresole.
Nella zona di Roggeri e Donati arrestano cinque giovani che lavorano nei campi, quattro di Ceresole e uno di San Bernardo.
Il 25 agosto i fascisti chiedono, attraverso il parroco di Ceresole, un incontro con i partigiani.
Il 26 agosto, alla presenza di Don Pietro Cordero e dell’ing. Ruscazio, i comandanti fascisti di Savigliano e Racconigi incontrano “Morgan”, accompagnato da un altro partigiano.
L’appuntamento dura quasi due ore. “Morgan” lo descrive come burrascoso e carico di minacce:
«Verranno inviati rinforzi da Torino e Milano, che già abbiamo richiesto e Ceresole, S. Bernardo e Sommariva Perno saranno bruciati, nonostante il nostro parere contrario».
L’accesa e concitata discussione non porta a nessun risultato perciò si decide di fissare un ulteriore incontro per la mattina del 28 agosto.
È ancora “Morgan” a riferire dell’inaspettato e terribile evolversi della situazione. All’alba del 28 da Torino giungono 70 SS che
«[…] avevano attraversato Sommariva Bosco in silenzio e, per un sentiero verso il cimitero, alle prime luci, erano arrivati nelle cascine della zona chiedendo latte e uova, provvedendo al pagamento, contrariamente al solito, e sistemandosi poi nei dintorni per sorprenderci durante l’incontro […]»
Un nuovo incontro fissato per il 1° settembre. Ma ancora una volta i tedeschi “bruciano” la nuova possibilità.
Infatti il 31 agosto una colonna fascita libera i cinque giovani catturati a Ceresole e preleva dalle prigioni di Savigliano i partigiani Gallarato Guglielmo di Carmagnola e Mottura Antonio di Cardé.
Vanno oltre Ceresole, nei pressi della chiesa e scuola di San Bernardo di Monteu Roero.
Qui, senza neppure spegnere il motore dei camions, fanno scendere i due partigiani, li addosano al muro della scuola e li uccidono con una raffica di mitragliatore.
Voltate allora le macchine, se ne tornarono indietro.