Giacomo Rossino detto “Rino” è un partigiano della 21a Brigata San Damiano.
Nato a San Damiano d’Asti il 4 dicembre del 1924, proviene da una famiglia di contadini che abita nella borgata San Giulio dove vive con la madre Barbara Monticone, il padre Giovanni e il fratello minore Domenico.
Rino si arruola come militare di leva, prestando servizio presso il comando di Rivoli, ma dopo l’8 settembre 1943, ritorna a casa come disertore.
Rimane per qualche tempo a casa aiutando la famiglia nei campi e quando avverte il pericolo di un imminente arrivo dei fascisti o dei tedeschi intenzionati a compiere dei rastrellamenti si nasconde nei boschi, nelle vigne o nei “crutin” della zona insieme al coscritto Michele Franco e all’amico Francesco Garassino.
Quando la situazione, nell’inverno del 1944 inizia a diventare insostenibile ed estremamente pericolosa, Rino, Michele e Francesco si arruolano presso il comando della 6a Divisione Asti poiché conoscono alcuni capi partigiani fra cui Dino Tartaglino e Pasquale Bolle “Pascà”.
Alle prime ore del 6 marzo 1945, il comandante “Otello” decide di mandare una staffetta a Bricco Scaglia dal comandante Gino della Matteotti per avvertirlo del pericolo incombente.Michele Franco in un’intervista afferma che quel mattino Otello gli aveva chiesto di andare a portare quel biglietto, ma ad un tratto si era fatto avanti Rino e lui gli aveva ceduto volentieri il posto.
Rino conosce poco la zona, non ha indicazioni sul percorso e sui punti di maggiore attenzione per cui percorre quasi esclusivamente la strada principale e non quelle secondarie. Lungo la strada che conduce a Val Botassa, si imbatte in un gruppo di fascisti che lo catturano.