La battaglia del 14 aprile 1945

E’ in arrivo da Bra un contingente di fascisti della X Mas. L’obiettivo è quello di rastrellare la zona tra Sommariva Perno e Baldissero d’Alba. Una colonna di  87 uomini, con una moto, due camion ed un’autovettura. Al comando c’è il tenente Giovanni Biggio.

Il motociclista precede la colonna. Giunto a Sommariva incrocia il partigiano Mario Nantiat “Carlo”. Viene arrestato, fatto salire su un camion e giustiziato. Si trova in paese per puro caso.

I due camion lasciano il paese. Gli uomini di “Morgan” e di “Carlo di Mondovì” dalle colline intorno fanno fuoco sui fascisti nei pressi del ponte di Galano.

I  fascisti rispodono al fuoco partigiano. Lasciano sul terreno morti e feriti e si ritirano verso il paese. questo scontro muore il partigiano Andrea Milanesio “Cruciun”.

I fascisti risalgono il Rio verso il paese. Sono braccati dai partigiani del comandante Roberto Chiaretta “Amilcare”. Si rifugiano in due case private, nei pressi del cimitero. Ci sono donne, ragazze, bambini, terrorizzati.

Uno  degli autisti della colonna fascista intanto rientra a Bra per chiedere rinforzi. Arrivano 3 camion di giovani della GNR.

Il primo camion viene fermato dal fuoco partigiano in fondo al paese. Gli altri due tornano indietro.

Trentasei militi, attaccati dalle forze di Amilcare, si rifugiano in un’altra casa. Resistono  qualche ora ma poi si arrendono definitivamente.

Dopo la resa, tutti i fascisti della GNR, feriti e non, vengono portati alla cascina Vidavì, sede del comando di distaccamento di “Carlo”, dove saranno in parte fucilati il mattino del 15 aprile.

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