Percorso trekking N. 1: Piloni di Montà – Loc.Caretta S.Stefano Roero
Il percorso coincide in gran parte con il sentiero S1. Ha inizio dal parcheggio presso il Santuario dei Piloni di Montà.
Il Santuario situato in una posizione sommitale e panoramica. E’ uno dei più interessanti complessi sacri e devozionali del Roero. Si articola in 13 cappelle (piloni) che compongono la Via Crucis e si conclude al tempietto del Santo Sepolcro.
Le origini del luogo di culto sono incerte. Il vicino toponimo Valdiana, suggerisce che l’area sia già frequentata in epoca romana e dedicata a Diana, dea della caccia e delle selve.
La passeggiata parte dalla Chiesa, nucleo architettonico più antico. Chiesa intitolata ai santi Giacomo e Filippo Minore. È possibile che il primo edificio eretto intorno all’anno Mille sia un semplice oratorio poi ampliato nel XIII secolo.
I molti rifacimenti dei secoli successivi si concludono verso la fine del 1800, con la completa ricostruzione dei piloni, ormai fatiscenti.
Recenti sono invece la “Grotta dell’Agonia”, realizzata nel 1933 di fronte alla chiesa dei santi Giacomo e Filippo, i cippi e la Croce luminosa, consacrati nel 1956 in ricordo di tutti i caduti del Roero sul Fronte russo.
I primi nuclei di “ribelli” della zona scelgono questo luogo come accampamento: accessibile ma ugualmente di facile riparo e fuga.
Nella seconda metà di maggio 1944, ai Piloni ci sono Gino Cattaneo e i suoi, provenienti da Collegno. Si uniscono poi i giovani del Gruppo Canale, grazie ai contatti con Ferrero e Faccenda.
La formazione canalese è composta da circa 30 uomini. Può contare su figure come il Prof. Giuseppe Toso, Carlo Tarditi e Francesco Cordera “Ceka”, forte della sua esperienza in Val Casotto nelle formazioni autonome di “Mauri”.
La banda mantiene una certa autonomia anche se partecipa alle azioni organizzate dal Cattaneo:
12 giugno assalto alla caserma dei carabinieri di San Damiano;
13 giugno disarmo di un posto di blocco a Villafranca d’Asti;
30 giugno imboscata ai tedeschi in località Cunoni di Sommariva Perno, episodio che causa feroci rappresaglie sulla popolazione civile.
A causa di rastrellamenti a fine luglio, i partigiani abbandonano l’accampamento ai Piloni per spostarsi in una cascina di località Saretto (cf. percorso trekking N. 2).
Superate le cappelle dei Piloni, si mantiene la destra costeggiando un pescheto prima di addentrarsi nel bosco dove si possono riconoscere roveri, acacie, castagni e rari pini silvestri.
Al primo bivio manteniamo la destra e si proseguiamo per un lungo tratto. Non incontriamo grandi difficoltà, solo l’alternarsi di salite e discese. La mancanza di adeguati punti di riferimento rende consigliabile l’utilizzo del tracciato GPS a supporto della mappa cartacea.
Dopo una ripida salita a lato di un vigneto, arriviamo sulla SP 247, dove svoltiamo a sinistra e proseguiamo sulla strada asfaltata costeggiando le case di frazione Madonna delle Grazie fino alla chiesetta omonima. Superiamo la chiesa imboccando la via sulla destra. La percorriamo fino al cortile dell’ultima casa. Sul sentiero a sinistra, a poche decine di metri, è visibile il rudere di una cascina.
Un gruppo di uomini della Brigata Canale, contrariamente alle indicazioni del proclama Alexander, decide di restare alla macchia durante l’inverno e utilizza questo casolare come accampamento tra febbraio e marzo del 1945.
I partigiani, grazie alla prossimità dell’accampamento a località Caretta di Santo Stefano Roero, riescono a organizzare l’attacco vittorioso contro la colonna fascista dell’8 marzo 1945.
Ritorniamo indietro alla chiesetta della frazione Madonna delle Grazie e proseguiamo sulla strada asfaltata in direzione Santo Stefano Roero fino al bivio con la SP 110.
Svoltiamo sinistra e a poche decine di metri troviamo i cippi di località Caretta.
Il sacrificio di Bartolomeo Sola
Tra i protagonisti della battaglia di Santo Stefano Roero, combattuta il pomeriggio dell’ 8 marzo contro la colonna fascista di rientro a Torino dopo i furiosi scontri avvenuti nei giorni precedenti a Cisterna d’Asti, si ricorda Bartolomeo Sola:
«[…] Massucco Giovanni detto Nino (nato a Magliano Alfieri 1922) con altri quattro compagni ai quali mi aggrego anch’io, passa oltre la strada raggiungendo la collinetta e costituisce praticamente un centro di fuoco dal lato opposto. Poi si sta per scendere verso gli automezzi quando Sola Bartolomeo “Bertu”, un partigiano esperto di guerra […] crea un’altra imboscata che prende i fascisti nella trappola e porta al loro definitivo sbandamento. Il gruppetto piomba sull’autoblindo all’arma bianca; Ceka e Bartolomeo Sola catturano e mettono fuori uso il mitragliere. […] Chi resta allo scoperto sul terreno, sacrificandosi per tutti in questa azione disperata, nel fronteggiare il nemico senza concedergli tregua, è Bartolomeo Sola, che cade crivellato di colpi».
«La battaglia infuria ancora per qualche tempo poi il fuoco rallenta, ed ancora oggi, quando vengono tagliati i grossi castagni della zona, si trova nel tronco di molti il piombo dei proiettili, tanti ne furono sparati in quelle circostanze. […]».
(Testimonianze di Paolo Pasquero “Valter” e Luigi Locatelli “Dante”, partigiani della 23a Brigata Canale che hanno partecipato alla battaglia, pubblicate su Amedeo, 1982, p. 48).
Proseguriamo verso il paese di Santo Stefano Roero e, immediatamente prima del salone delle manifestazioni denominato Palarocche, a sinistra si imbocca il ripido sentiero fiancheggiato, sulla destra, dalle Rocche.
Il panorama sul centro storico di Santo Stefano Roero spazia dalla chiesa parrocchiale di Santa Maria del Podio alla chiesa della Confraternita di San Bernardino dominate dalla rocca sulla quale fino a pochi decenni fa svettava una torre medievale, franata a causa dell’erosione e del dilavamento del terreno sabbioso.
Il percorso costeggia aree coltivate a fragole e viti che affondano le loro radici nel terreno ricco di fossili, testimoni dell’antico mare pliocenico.
Si prosegue verso Bric Bissoca dove si trova l’acquedotto, di forma cilindrica, e oltre camminando tra vigneti, noccioleti e profondi dirupi sulla destra.
Il percorso prosegue in discesa e si immerge in zone più umide e boschive per poi riprendere quota e ritornare, tra scorci panoramici sulle Rocche, al Santuario dei Piloni.